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cospirazioni e cospiratori - il processo del 1853 177

dizio la pena di morte fu commutata nel carcere. E morì in carcere, anzi il figlio Ruggiero, in una commemorazione di suo padre, scrisse così: «Il fatto è che Antonio Giannelli, nel carcere di Santa Palazia, fu colto dal male. Monsignor Amici, delegato pontificio, di sua mano gli porse un farmaco. Come l’ebbe sorbito, il prigioniero peggiorò. Comprese che l’ultima ora sua giungeva. A Luigi Taccari (che fu poi prefetto del regno), suo compagno di prigione, affidò serenamente l’ultimo affettuosissimo saluto per la moglie, pei figli, per la sorella. Poco dopo lo trasportarono nella infermeria, ove alle 11 di sera del 26 giugno 1855, sotto gli occhi della sorella, che a stento aveva ottenuto di penetrare sino a lui agonizzante, esalò la forte anima sua. La famiglia chiese, ma invano, che si facesse l’autopsia della salma. Gli amici chiesero, ma invano, di accompagnare il feretro al cimitero...».

A sospetti simili, che, per onore dell’umanità, devono ritenersi infondati, non fu fatto segno il governo austriaco, che pur aveva due pesi e due misure, e che se fu brutale in Romagna, non fu altrove insensibile alle voci della pietà, e delle raccomandazioni. Gli attentati e gli assassinii politici non finirono, nonostante i rigori dell’occupazione militare; e chi meglio di tutti ha illustrato quel periodo, è Alfredo Comandini, nelle note alle memorie di suo padre Federigo1, che subì, con animo fortissimo, la tortura, le legnate e la galera nel forte di Paliano. Il volume del Comandini è una miniera di fatti e documenti. Il centro delle peggiori cospirazioni settarie e degli assassinii politici fu Faenza, ma non le rimasero indietro Imola, Cesena, Ravenna e Lugo. La setta colpiva tutti i sospettati traditori o disertori; e se talvolta risparmiava i forestieri, od anche le autorità più odiate, alla vendetta sfuggiva di rado il conterraneo.


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Nel giugno del 1855 vi fu il folle attentato contro il cardinale Antonelli: dico folle, perchè il cappellaio Antonio de Felici non ebbe il coraggio di rifiutare il mandato, nè quello di com-

  1. Cospirazioni di Romagna e Bologna, nelle memorie di Alfredo Comandini © di altri patriotti del tempo (1831-1857), Bologna, Zanichelli, 1899,