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172 capitolo x.

corpi militari, durante la repubblica, ed erano stati cacciati in esilio, supplicarono e tornarono. Il farmacista Ratti, che insegnava chimica alla Sapienza, era stato mandato dal triumvirato repubblicano in Inghilterra per fare acquisto di polveri occorrenti alla difesa: destituito dal triumvirato cardinalizio, riottenne la cattedra, essendo riuscito a dimostrare, si disse, ch’egli aveva bensì comperate le polveri, ma la cattiva loro qualità non le rendeva atte ad un uso dannoso!

Questo Ratti fu deputato del secondo collegio di Roma nel 1876, e andò a sedere, naturalmente, a sinistra. Più dignitosamente Filippo Bonacci, padre del compianto Teodorico, destituito dal posto di giudice di tribunale, perchè aveva fatto parte della Costituente, subì, rassegnato, la sua sorte, dedicandosi all’esercizio dell’avvocatura. Non prima del 1859 potè rientrare in ufficio, ed era in Ancona nel 1860, quando il governo nazionale lo innalzò a maggior grado, e morì senatore nel 1872. Ed altri atti di relativa benignità si potrebbero aggiungere, ottenuti in gran parte da influenze di donne, di diplomatici e di alti prelati, quando però fosse chiaro il pentimento del passato, o la risoluzione di cambiar vita.


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Nelle provincie l’ordine si restaurava senza sentimentalismi, singolarmente nella Romagna e nelle Marche, al tempo stesso che si venivano ricostituendo i Consigli municipali, i cui capi, detti variamente gonfalonieri, senatori, o magistrati, erano di nomina governativa. Il motuproprio di Portici, che riconosceva nei Consigli la facoltà d’indicare il capo del comune, restò lettera morta. A Bologna fu ricostituito il Consiglio comunale nell’agosto del 1851, con 24 consiglieri possidenti, cinque dotti, sei commercianti e due deputati del clero. Il Papa nominò consiglieri, fra gli altri, il conte Giovanni Malvezzi, l’Isolani, il Pepoli, il Pallavicini Centurione, lo Spada, il Bentivoglio, il Bianchetti, il Bevilacqua, parecchi insomma di nota fede liberale. Le fucilazioni per reati comuni, e porto d’armi, non si succedevano più con la frequenza dei primi anni. È da ricordare, che a Bologna, il 28 dicembre 1850, furono passate per le armi cinque persone; il 30, altre cinque a Lugo; sette a Faenza du-