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Nell’espressione, parte essenzialissima della pittura, risiede il principale effetto di un quadro. Le opere delle arti belle, se mancano di espressione, non ponno nè piacere, nè interessare. Il primo scopo di un artista, di uno scrittore, è di esprimere, di figurare i suoi concetti, in modo da essere capito 'e persuadere.

Le Arti sono sorelle, ed il loro scopo è il medesimo; — spesso, per raggiungerlo, si ajutano scambievolmente. Scelga l’artista un soggetto utile, e ne faccia un’immagine tanto viva della natura che sia capace di agire costantemente sugli occhi, sulla mente e sul cuore, se desidera che il suo lavoro sia lodato dalla posterità e da tutte le nazioni.

Plinio, nel lib. III, cap. 7, della sua storia, che potrebbesi chiamare l’Enciclopedia dell’antichità, descrivendo una bella statua di un vecchio, ci offre uno dei bei tipi dell’espressione; ecco le sue concise ed energiche parole: Corinthium signum effingit senem; ossa, musculi, nervi, venæ, rugæ etiam ut spirantis apparent: rari et cedentes capilli, lata frons, contracta facies, exile collum; pendent lacerti, pupillæ jacent, recessit venter. Non direbbesi un disegno di Leonardo? — Tutte le varie parti di questa statua coincidono nella rappresentazione di un vecchio tale quale egli è di sua natura. Tanta è poi l’armonia loro, che forma un insieme che rende completo il pensiero dello scultore.

Il viso di Dante, l’autore della Bibbia degl’Italiani, la Divina Commedia, presenta occhi incavati sotto sopraccigli curvi incominciando dal loro centro: ad un rostro d’aquila somiglia il naso; guance solcate di cavi e di sporgènti ascetici; una bocca rientrante e suggellata come la serratura dell’abisso, disse un tedesco; — tutti i lineamenti di questa maschera unica, la quale, una volta veduta, si stampa nella memoria e vi s’incrosta in rilievo, esprimono gli energici sentimenti, le grandi scia-