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rancori e amori 87


trovar dei mucchi d’oro allo sbarco. E già dalle molte coppie d’uomini e anche di donne che chiacchieravano tranquillamente, seduti l’uno di fronte all’altro, come sull’uscio di casa, fumando o lavorando, si capiva che s’erano strette molte di quelle amicizie di viaggio, alcune delle quali perdurano, o si riappiccano, dopo molti anni, in America, e rimangono le predilette, improntate per tutta la vita di quel primo bisogno, che le fece nascere, di espandersi e di farsi coraggio a vicenda dinanzi all’avvenire misterioso. Delle donne facevan cerchio, coi bimbi in braccio, come ai crocicchi delle strade. Vicino alla cambusa, — l’osteria delle terze, — vidi le coriste lombarde, ridenti con disinvoltura teatrale, in mezzo a un gruppo di giovanotti svizzeri; i quali, forse con intenzione politica, portavano tutti un berretto di panno rosso, e supplivano con una mimica troppo eloquente alla scarsa conoscenza della grammatica meneghina. Incontrai la grossa bolognese, col suo inseparabile borsone a tracolla, saettato da molti sguardi curiosi, la quale passeggiava sola, a passi di prima donna, guardandosi ogni momento ai piedi, con una smorfia di nausea, per scansare le lordure. Il tavolato, infatti, sparso di pezzetti di carta, di bucce di mela, di briciole di gal-