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72 sull'oceano


ispirava un sentimento di pietà amorosa e coraggiosa. In dieci anni, rifacendo ogni tanto una scappata in patria, essa aveva già rallegrato del suo riso infantile e consolato della sua dolce pietà sette o otto piroscafi, e godeva d’una certa celebrità simpatica presso le società di navigazione. Nel viaggio di due anni avanti, fra l’altre, le era seguita un’avventura comica con un deputato argentino, il quale si trovava appunto con noi, per caso, sul Galileo. Costui, che era un signore faceto e amabile, ma assestato e intollerantissimo del disordine nelle cose sue, occupava un camerino sopra coperta. Ora mentre egli giocava nel salone o passeggiava a prua, la signora e una sua amica avevano preso l’abitudine d’andargli a metter tutto sottosopra per farlo poi ammattire a riordinare. E il gioco era riuscito bene parecchie volte. Ma un giorno, essendosi arrischiata sola la svizzerella a fare il solito arruffio, era sopraggiunto all’impensata l’argentino e, montato sulle furie, aveva chiuso l’uscio del camerino per obbligarla a rimettere ogni cosa al suo posto. Senonchè le cose spostate essendo molte, il lavoro di riordinamento era durato un pezzo, e levatasi in quel frattempo una burrasca per effetto d’un colpo di vento improvviso, la signora aveva