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gli originali di prua 169


In quel punto sentii dietro di me un fruscìo vivo di gonnelle e una risatina trillante. Era la signora bionda, vestita di color celeste, incipriata da una parte sola e profumata come un mazzo di fiori, che veniva per la prima volta a visitar la prua, in compagnia del Secondo, un giovialone color di rosa, alto due metri, col quale pareva già in domestichezza. Passò, sfringuellando, e guardando qua e là; ma si vedeva che non vedeva nulla di nulla, che per lei poppa, prua, macchine, emigranti, miseria, Atlantico e Mediterraneo, eran tutte cose che non la riguardavano, che non la distraevano neppure un momento dalla sua gaia coscienza di bella donnetta scervellata, libera e felice nel pieno esercizio delle sue funzioni. E osservai allora il senso acuto che hanno gli uomini del popolo nel giudicare lì per lì anche le donne della “signoria.„ Non l’avevano mai vista; ma la riconobbero al fiuto; e non si scansavano apposta, i sornioni, per farsi strisciare le ginocchia dal vestito celeste; le facevan dietro il verso di chi sorbe un’ostrica, o si baciavan la palma della mano, ridacchiando. Si scansarono invece, ma di mala grazia, davanti alla signora della spazzola, che le veniva dietro, sola, portando un pacco in mano, vestita con eleganza