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il primo giorno a parigi 41


teatri, e brulica confusamente da tutti i lati della piazza, in quella luce strana, fra i zampilli e le cascate d’acqua argentata, in mezzo alle statue, ai candelabri giganteschi, alle colonne rostrali, alla verzura, nell’aria limpida e odorosa di una bella notte d’estate; allora si sente tutta la bellezza di quel luogo unico al mondo, e non si può a meno di gridare: — Ah Parigi! Maledetta e cara Parigi! Sirena sfrontata! È dunque proprio una verità che bisogna fuggirti come una furia o adorarti come una dea?



Di là ci spingemmo ancora nei giardini dei Campi Elisi, a girare fra i teatri a cielo aperto, chioschi, gli alcazar, i circhi, i concerti, le giostre, per interminabili viali affollati, da cui si sentivano i suoni fragorosi delle orchestre, gli applausi e le risate delle vaste platee trincanti, e le voci in falsetto delle cantatrici di canzonette, delle quali si vedevano a traverso i cespugli le