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178 ai coscritti.

vidualmente benvolere e stimare colla moderazione e colla dignità del contegno. Ricordatevi che appunto in virtù di questo suo contegno il soldato italiano non ebbe molte volte che da presentarsi in mezzo alla popolazione per sedare un disordine o per quetare un tumulto. Persuadetevi che la popolarità che ciascun soldato acquista colle buone maniere in mezzo ai cittadini, risparmia, in molti casi, alle compagnie e ai reggimenti interi la triste necessità di usare le armi e di spargere del sangue. Il soldato, come deve coll’esempio inculcare al cittadino l’amore dell’ordine e l’osservanza della legge, deve così, rispettando ed amando il popolo di cui è figlio e difensore, inspirargli quel rispetto e quell’affetto che il popolo deve a lui per ragion di gratitudine e di natura.

Ecco i vostri doveri.


Ora vedete di diventar presto soldati.

Le condizioni dell’esercito impongono che s’affretti straordinariamente la vostra istruzione. Supplite alla strettezza del tempo colla buona volontà. L’educazione dei coscritti suol richiedere un tempo lungo, giacchè, pel solito, storditi e sopraffatti dalla nuova maniera di vita in cui sono gittati, essi non possono, nei primi giorni, prestare alle istruzioni quell’attenzione riposata e raccolta che vi prestano poi. Procurate di vincere questa difficoltà accomodandovi quanto prima è possibile alle nuove abitudini e alle nuove occupazioni che vi sono imposte; non vi limitate a quell’esecuzione automatica dei comandi che ne rende necessaria la ripetizione all’infinito; pensate, osservate, ricordate; sollecitate gl’istruttori colla rapidità dei progressi; quando si vuol imparar presto una cosa, l’è già per buona parte imparata; lo zelo alleggerisce tutti i doveri e tronca a mezzo tutte le difficoltà. Chi trascura le prime istruzioni, resterà eternamente un mezzo coscritto; ciò che non s’apprende a far bene subito si