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il più bel giorno della vita. 483

ventù, ci sono diventato vecchio. Quelle poche consolazioni che ho avute in vita mia, le ho avute tutte da voialtri soldati. Ne ho visti tanti entrar coscritti nel reggimento, ne ho visti tanti partire in congedo, ne ho avuti tanti amici, tanti che hanno fatta la guerra con me.... Mi ricordo di tutti, li riconoscerei tutti. Io non li vedrò più; ma penserò sempre a loro, come a gente di casa mia. E quando andavano in congedo, io li radunavo sempre, come ho fatto adesso di voi, e li salutavo, e, a vederli partire, provavo una tristezza come se fossero partiti dei miei figliuoli. I miei soldati erano tutto per me: compagni, amici, famiglia. Che bei giorni abbiamo passati insieme! Che bei campi! Che vita allegra! Oh, ma adesso che vi conosco, non vi perderò mica più d’occhio, sapete; no, no; di tanto in tanto vi vorrò qui, tutti assieme, in famiglia, a discorrere un po’ di caserma; sicuro! E verrò anche a immischiarmi nelle vostre faccende di casa. Quando qualcuno di voi piglierà moglie, io lo vorrò sapere, e gl’insegnerò io come dovrà tirar su i suoi figliuoli, glieli darò io i buoni consigli. E gli dirò: fateli crescere con un bel cuore di soldato i vostri figliuoli, un bel cuore grande così che, se avranno da mettersi il cappotto, se lo mettano di buona voglia, e si facciano onore. Non è un buon figliuolo chi, al bisogno, non sa fare il suo dovere di soldato, e chi ha fatto il suo dovere di soldato è sempre un buon padre di famiglia; credetelo, e lasciate che gridino i tristi e gli svogliati. Appendete il vostro cappotto al muro nella stanza dove mangiate, accanto al ritratto del vostro re, e lasciatelo là che i vostri figliuoli lo vedano e lo rispettino, e se ne tengano d’avere un padre che l’ha portato e che ha fatto questa bella guerra che avete fatto voialtri. Io gli volevo bene al mio cappotto di soldato, e l’ho conservato con tutte