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una medaglia. 357


— In che reggimento?

La donna disse il reggimento e soggiunse in fretta: — Dov’è, signor colonnello? Lo conosce? L’ha veduto?

— Io no.... Ma come mai non sapete dove sia?

— Mah! — esclamò la donna facendo un viso serio serio e incrocicchiando e lasciando cadere abbandonatamente le mani; — sono due anni che non lo vedo; un mese fa non era mica molto lontano di qui; era a far la guerra ai briganti, povero figliuolo, e mi ha scritto; ma d’allora in poi non ne ho più saputo nulla, non m’ha più mandato nessuna lettera. O me n’avrà fors’anco mandata qualcuna, e non mi sarà arrivata. Quei signori che devono spedire le lettere chi sa cosa n’avranno fatto! (E andava man mano infervorandosi e imprimendo alle parole una crescente espressione di dolore e di dispetto). Le lettere della povera gente quei signori le conoscono dalla soprascritta e le buttano in un canto. Lo so, io, come vanno le cose. Quei poveri figliuoli scrivono, e le famiglie non ricevono niente. Ma gli uffiziali che comandano dovrebbero badarci a queste cose; mi perdoni, sa, signor colonnello, io non dico mica di lei; ma è una cosa che non mi par giusta, perchè noialtre, povere donne, passano dei mesi senza che si sappia niente dei nostri figliuoli, e si sta sempre in pensiero, e qui le mie amiche lo possono dire, che mi vedono tutto il giorno e sanno che vita io faccio da un tempo a questa parte, i batticuori, le paure, le pene che soffro per quel povero ragazzo; e ci son dei momenti che proprio.... non posso più reggere. Oh no! no! me lo lasci dire, signor colonnello, non è una cosa giusta! — E si coperse la faccia col grembiale e si mise a piangere.

Tutte l’altre donne acconsentirono collo sguardo e coi cenni; il capitano taceva.

— Guardate, buona donna! — disse poi improvvisa-