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spassionatamente quale distanza di merito ci corra da una terrina di gnocchi ad una ben condita polenta? Ambedue al primo nominarle ci daranno una idea volgare, burlesca, prosaica. Ma fatte simbolo di virtù cittadine la nostra immaginazione le converte in giojelli del più alto prezzo.

Accortissimamente i Veronesi diedero, non sono molt’anni, alla loro festa un aspetto più sfarzoso, e attraente di prima, cosicchè godono il beneficio di una maggiore affluenza di forestieri. Sarebbe tempo oramai che anche i trentini seguissero il loro esempio col dare alla propria una più illudente forma per soddisfare in modo migliore alle esigenze della nostra età, e per non rimanere al di sotto del proprio grado nemmeno in questo particolare, come già si vede che non sono, o che non amano di esserlo nelle altre pubbliche istituzioni, ed opere di utilità e di lusso.

Ora chiuderò questa mia disadorna descrizione col ricordare a’ miei concittadini, che per la attivazione della strada ferrata quasi tutti i vantaggi che la città ritraeva dalle fermate de’ forestieri, e dalle provviste d’ogni sorta di merci, che qui facevano gli abitanti di quasi tutto il Circolo, andranno perduti negli anni venturi, e forse per sempre. In conseguenza diventerà assoluto bisogno l’occuparsi seriamente a trovare onesti mezzi di compensazione; quali oltre l’introduzione di nuovi, e grandi rami industriali, le pubbliche solennità, e gli spettacoli. La nostra Fiera di S. Vigilio co’ suoi bellissimi fuochi d’artificio, e con una buon’opera in musica chiamerà ancora forestieri; anzi la opportunità delle ferrovie potrà invogliare maggiormente ad intervenirvi chi