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176 noterelle

giunti qua sessanta giovani condotti da Carmelo Agnetta. Navigarono da Genova a Marsala, su d’un guscio che si chiama l’Utile, dove avran dovuto stare pigiati peggio che i negri menati schiavi. Che senso quando sbarcarono a Marsala, dopo essere stati col cuore a un filo per tanti giorni; e poi quando passarono vicino ai nostri colli di Calatafimi! Avranno pensato ai morti che vi lasciammo, con la malinconia di non averli conosciuti vivi. Ma quando arrivarono a questa Palermo mezza rovinata, debbono aver sentito l’animo crescere irato, e avranno tesa la mano ognuno guardando innanzi e dicendo a qualcuno laggiù: «ci vedremo!».

Hanno portato due migliaia tra schioppi e schioppacci, e munizioni da guerra e i loro cuori. C’è Odoardo Fenoglio veneto da Oderzo amico mio, sfolgorante ufficiale della brigata Pavia, che ho visto e abbracciato ai quattro Cantoni; c’è Cavalieri, c’è Frigerio, tutti valenti e gentili e colti, arrivati in tempo,