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da me, che i creditori maligni vendettero o posero in mano ai piú iniqui, artefiziosi e crudeli avvocati di Londra, fc difficile dipingere o dare di ciò una scarsissima idea agli americani, le cui santissime leggi impediscono intieramente servirsi di tali pratiche, inventate dalla umana perfidia a distruzione de’ miseri. Tra le altre infernali invenzioni di sintil razza una vo’ dirne, eli’a mio credere non è nota in America, e della quale principalmente m’è toccato, negli ultimi tempi in cui era a Londra, divenir vittima. Quando una cambiale è dovuta, e dall’accettatore di quella non è pagata, tutti quelli che l’«indossarono», dopo una breve notizia che lor s’invia, sono per legge soggetti alla carcerazione, e la spesa, che non è lieve e ch’entra per la maggior parte nella tasca dell’avvocato persecutore, cade alla fine sull’accettante o su quello che è piú abile a pagare. Trovai perciò molto spesso, sulle cambiali di Taylor o d’altri, tre, quattro e fin otto e dieci nomi d’«indossatori», che non valevano un soldo, ma che a sedo oggetto di triplicare e quadruplicare la spesa della legge (che dal governo permettesi, perché n’ha anch’esso una parte) s’eran fatti, per questa frode, segnare dall’avvocato. Per una cambiale di trenta lire, non pagata per due soli giorni dalle parti, al mio caro fratello Paolo toccò pagarne piú di trenta di spesa! E, avendo egli avuto ricorso alla legge, credendola una sopraffazione, gli toccò poi pagarne piú di cento; il che costò a quell’ottimo giovine, dopo un anno di afflizione, la vita. Vive presentemente in una cittá dello Stato di Pensilvania l’infame avvocato che mi rapi sul primo fiore degli anni un fratello virtuoso ed adorabile.

Io fui dunque tormentato novellamente dai creditori di Taylor, che, per dire la veritá, avrebbe ben voluto, ma gli era affatto impossibile, darmi soccorso. Ebbi perciò ricorso al primo mio progetto, vergognandomi di farne il minimo cenno al mio protettore e benefattore Mathias. Deposi piú di duemila volumi di scelte opere nelle mani del giá menzionato Stuart, che mi avanzò il danaro che m’occorreva, non a pagar il debito, ma le spese degli avvocati, degli sbirri e degli usurai, e, pochi di dopo, li vendette all’incanto per meno della metá di quello che