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oscurissima selva; mi parea che una brutta bestia andasse girando intorno di voi e di lei, mostrandovi tanto di zanne e del- ’unghie che parean fatte per far paura. Voi cercavate di schermirvi da lei quanto potevate, ma la bestia sempre piú vi si faceva vicino, ed era lá lá per ghermirvi: ma quasi improvvisamente quella oscura selva s’empieva di luce, e da una montagna altissima e assai distante si scagliava uno strale di foco, che colpia la bestia nel fianco, che vi cadea morta a’ piedi ed era un istante dopo dalla terra inghiottita. — Il sogno — replicai io — non può esser piú bello, e voglia il cielo che sia piuttosto una visione che un sogno! Ma questa poverina frattanto, nello stato in cui trovasi — ella era vicinissima ad esser madre, — non prese altro cibo che pane oggi, e questa sera nemmeno... — Non mi lasciò terminare, ma, uscendo prestamente di camera, altro non disse che: — Vado e torno,— e parti.

Rimase tanto tempo fuori di casa, ch’io non credea piú ch’ei tornasse: quando improvvisamente odo spalancare la porta della stanza, e veggo entrar il buon Cera con un fazzoletto in mano, cui deponendo gioiosamente sul tavolino: — Ecco — dice — un principio buono. — Cavò quindi da quello del pane, del burro, delle ova, del cacio e delle aringhe fumate, e, senza perdere un sol momento, corse in cucina, si fece dare un tegame ed una graticola, e, tornando con piedi di cervo nella nostra camera, si mise ei medesimo, fischiando e cantando, a fare da cuoco. Ci narrò poi, cucinando quelle vivande, che, ricordandosi d’aver prestato alcun tempo prima una piccola somma di danaro a un amico, andò da lui, lo trovò, fu pagato, e con quel danaro lece la spesa che vedevamo e che certo per quella sera credea che fosse bastante. Quando tutto fu cotto, stese, in mancanza di tovaglia, sopra un tavolino la carta in cui il burro, il cacio, lo zucchero, l’aringhe erano involte, trasse di tasca una bottiglietta di spirito di ginepro, mise tre sedie a’ propri lochi, ci fece sedere e sedette egli stesso. La giovialitá ed il diletto, che gli brillava nel volto, non potè far meno che destare nel nostro animo de’ simili sentimenti. Mangiammo allegramente, trovammo tutto squisito, e per lo tempo che