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bella, fresca e amorosa compagna, che, dopo le sociali cerimonie e formalitá, mi fu consegnata da’ suoi genitori il dodicesimo giorno d’agosto dell’anno 1792, verso le due ore pomeridiane.

Con questo equipaggio, con questa compagnia e col capitale di sei a settecento fiorini, all’etá di quarantadue anni e cinque mesi, ina col coraggio, o, per meglio dire, colla temeritá d’un giovinastro di venti, osai pormi all’impresa di passar da Trieste a Parigi. Il padre della mia compagna mi domandò veramente, prima della mia partenza, come stava la mia borsa; ma io, che sentiva tuttavia suonarmi all’orecchio l’«ah! ah! vuol maritare la mia borsa, non la mia figlia, signor Galiano!», e che vedea volar in aria, cangiati in fiammelle, i pezzetti della lettera di quel mercadante, risposi senza esitare che la mia borsa stava benissimo di salute e ch’io era pienamente contento della sua figlia, senza pretendere un’oncia del suo danaro ; lieto nulladimeno che la madre, ottima donna e vera gemma della famiglia, regalasse poi alla sua Nanci una borsetta di monete d’oro del valore forse di cento fiorini: somma, che, sebben frivola in se stessa, pur tornommi a cert’epoca molto opportuna, come presto vedrassi.

Arrivammo la sera a Lubiana, dove ci fermammo la notte, e dove Amore ed Imene m’insegnarono a rasciugare le lagrime d’una tenera figliuola, che abbandonava parenti e amici, forse per sempre, per esser mia. Proseguimmo la domane il nostro viaggio, e per vari giorni felicemente. Traversando però la montagna di Lichtmessberg sull’imbrunire della sera, parve alla mia consorte di veder in qualche distanza due uomini armati di fucili. Come eravamo smontati dal calessino, per dar riposo al cavallo, nel discendere quel ripido monte, e ch’io aveva impiegata una delle mani a sostenere la mia sposa e coll’altra teneva in alto un’ombrella, per difendere lei e me da una pioggetta fina ch’allor cadeva; cosi ella, che fu impaurita da quella vista, dall’ora del tempo e dalla solitudine del loco, s’imaginò che quelle due persone fossero ladri da strada, cavò spensieratamente la borsetta datale dalla madre, me la mise tra il giustacuore e la camicia, credendo forse di metterla tra quella e