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102 notturno


E c’è intorno un silenzio spaventevole.

Il cielo grigio si abbassa sul mio capo, come una cappa di ferro.

E il silenzio sembra eterno.

Devo strappare le parole dal mio cuore stretto. Il fratello mi guarda. Tutti sono intenti a me. V’è un’attesa angosciosa, che cresce d’attimo in attimo.

Faccio un passo innanzi; poi mi volgo al feretro.

Non vedo l’altro feretro, dimentico l’altro morto.

Parlo con una voce che mi fa tremare in tutte le fibre e che quasi non riconosco.

Vedo sopra un viso colare le lacrime.

E la parola mi si rompe.


Quando la camera di deposito è piena e pigiata di fiori, i custodi la chiudono. La sento chiudere dietro di me.

Andiamo verso la riva, dove sono le barche.