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Atto II. Scena II 77


Aligi
CC
osma, questa è la santa verità.
Dal piano di Puglia mi tornai a monte
con la mia mandra il dì del Corpusdomini.
Com’ebbi preso luogo d’addiacciare,
scesi alla casa per i miei tre giorni.
E trovo nella casa la mia madre
che mi dice:“Figliuolo, voglio darti
donna„. Io le dico:“Madre, guardo sempre
il tuo comandamento„. Ella mi dice:
“Bene, è questa la tua donna„. Si fanno
le sposalizie. Il parentado viene
e m’accompagna la sposa alla porta.
Io era come un uomo all’altra riva
d’una fiumana, che vede le cose
di là dall’acqua e tra mezzo passare
vede l’acqua, che passa eternamente.
Cosma, fu la domenica. Bevuto
io non avea papavero nel vino.
Tuttavia perché mai sì grande sonno
mi venne sopra il cuore ismemorato?
Io credo che dormii settecent’anni.
Il lunedì ci alzammo a ora tarda.
E la mia madre ruppe il suo panello
sul capo della vergine che pianse.
Io non l’avea già tocca. E il parentado
venne con le canestre del frumento.
Ma io muto mi stava in gran tristezza