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Atto III. Scena II 141


settecent’anni; e vengo di lontano.
Non mi ricordo più della mia culla.

Colpita dal suo stesso grido, ella si guarderà intorno sgomenta, come risvegliandosi di soprassalto. Le figlie correranno a sostenerla. Le donne si leveranno. Si udrà più presso il rullo del tamburo allentato.

Ornella
Ah come trema, come trema tutta!
Ora vien meno. Più non regge l’anima.
Da due giorni è digiuna, e si svanisce.
Splendore
Mamma, chi parla in te? Chi senti tu
dentro parlarti, dentro le tue viscere?
Favetta
Dacci udienza, poni mente a noi,
guardaci in viso. Siamo qui con te.
Femo di Nerfa
dal fondo Donne, donne, è qui presso con la turba.
Lo stendardo ora passa la cisterna.
Portano anche l’Angelo coperto.

Le donne si aduneranno sotto la quercia a guatare verso il sentiero.

Ornella
a gran voce Madre, ora viene Aligi, viene Aligi
a pigliar perdonanza dal tuo cuore,