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94 il libro delle vergini


Giuliana, intravedendo, voltò nel vicolo; giunse alla casa di Rosa Catena, entrò; presa dalla vertigine, cadde in mezzo al pavimento. E, come il profluvio del sangue ricominciava, la paralisi le occupò la metà inferiore del corpo, ogni facoltà di moto volontario in lei si spense.

Rosa non era nella casa: la processione aveva attirato tutto il paese, quel giorno. In un angolo della stanza Muà, il padre, un mostro di vecchiaia umana, un cieco inchiodato per anni su’l legname di una sedia dall’artrite deformante, tentava vagamente con la punta del bastone i mattoni intorno a sè per scoprire la causa del rumore improvviso.

Allora, in mezzo al sangue, Giuliana fu scossa da un parossismo di convulsione. Le contrazioni dei muscoli le gettavano il tronco da una parte e dall’altra; li arti le si allungavano con lo scatto e il bàttito d’una gamba di animale ferito a morte, le mani stringevano i pollici nel pugno, si riaprivano, ristringevano; i bulbi delli occhi si ritraevano dalle orbite, sotto le palpebre violastre, quasi con un movimento di fiore che ritiri i petali flosci in sè. A un tratto la testa si arrovesciò in dietro tutta, nel supremo colpo dell’apoplessia nervosa; il tronco senza sangue si irrigidi nella paralisi. Un leggero tremore apparve