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le vergini 41

stanza, e si gettò su’l letto, sbigottita, senza respiro, come se l’avesse perseguitata qualcuno minacciandola.


VIII.


Da quel giorno, tutte l’ore, tutti i momenti in cui Camilla non era nella casa, una sollecitazione violenta di desiderio la trascinava a quello spettacolo. Ella prima pugnava, vanamente, senza forze, lasciandosi vincere. Andava là con l’ansia sospettosa di chi va a un ritrovo di amore; ci restava lungo tempo, dietro la persiana quasi cadente, mentre i miasmi del lupanare la turbavano e la corrompevano.

Ella spiava tutto, acuendo lo sguardo, cercando di penetrare nelli interni, cercando di scoprire qualche cosa tra i garofani che chiudevano le finestre. Il sole era caldo e pesante: sciami d’insetti turbinavano nell’aria. Ad intervalli quando entrava nel vicolo qualche uomo, venivano dalle finestre i richiami delle aspettanti; femmine discinte, con il seno scoperto, uscivano fuori ad offerirsi. L’uomo spariva in una delle porte oscure con l’eletta. Le