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XVII


Tastalo con le tue dure
mani, questo sacco di dolo
e di adipe, o Vèlico, questo
340sacco di lardo e di fardo.
Cesare dei Bulgari neri,
come Simeone, è costui,
come Caloiàn di Preslavia,
è questo Coburgo bastardo?
345Tu che metter suoli la lama
tra i denti, aiduco, se vuoi
aver la pistola nel pugno,
tu tagliami questo codardo
con la squarcina del fiso,
350tagliuzzalo come lombata,
condiscilo poi con zibetto,
con cinnamo e con spicanardo.
Lo manderai così concio
alle meretrici di Scòplia.
355E che il tuo scherno s’appigli,
che il tuo riso crepiti e scrosci
ai tuoi come un fuoco gagliardo!