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II

 
Il boia d’Asburgo, l’antico
uccisor d’infermi e d’inermi,
il mutilator di fanciulli
25e di femmine, l’impudico
vecchiardo cui pascono i vermi
già entro le nari e già cola
dal ciglio e dal mento la marcia
anima in cispa ed in bava,
30il traballante fuggiasco
che s’ebbe nel dosso il tuo ferro
a Pròstruga, a Vàlievo, a Guco,
e l’acqua ingozzò della Drina
fangosa cercando il suo guado
35e forte spingò nella Sava,
mentre l’ardir dell’aiduco
Vèlico rideva nell’aspro
vento come contro al visire
in Negòtino e le tue squille
40squillavano a Cristo e il tuo monte
di Bànovo Berdo tonava
sopra la tua bianca Belgrado;