Pagina:Cuore infermo.djvu/63


Parte prima 63

pronta a ricominciare il giorno seguente, ma senza mostrare di desiderarlo.

Ma questa è una sola delle giornate combattute e travagliate. Ma la vita mondana non è solo questa giornata. Vi è altro ancora. Vi sono i grandi concerti per beneficenza, dove tutta l’aristocrazia parigina e straniera interviene, dove ci è la sfilata dei bei nomi, dei bei visi, dei magnifici strascichi, dove si va a sentire da qualche celebrità, creata e protetta in quell’ambiente, una musica posticcia, artefatta, preparata ed accomodata secondo il gusto speciale del pubblico. Vi sono le conferenze letterarie dell’autore più in voga, in quel mondo, il Legouvé, per esempio, uno della vecchia e buona schiera idealista, un oratore che sa dire cose tenere e delicate, o gravi e profonde, con quella serenità affettuosa di forma che incanta l’ascoltatore. Vi sono le esposizioni di pittura, dove conviene fare atto di presenza, per fermarsi davanti al grande o piccolo quadro su cui fervono le discussioni dei critici artistici, senza guardare nessuno degli altri, quasi non esistessero; ovvero far cadere l’attenzione del pubblico sopra uno di essi, di alto prezzo, solo pel cartellino bianco che vi si fa apporre: Acheté par monsieur le duc de.... Per la giornata, sempre vi sono le lunghe visite che la signora deve fare a Worth, per discutere con lui quattro nuove combinazioni di abbigliamento, mentre il marito è altrove, impaziente a sbrigare affari di minima importanza; vi sono i doveri religiosi che si compiono in una bella chiesa di falso stile greco, come la Maddalena o San Tommaso, la chiesa aristocratica, per sentire un predicatore elegante, che parla piano, con uno stile annacquato, delle gioie mistiche del paradiso, asciugandosi la fronte con un fazzoletto di batista profumato. Se l’inverno è mite, con quelle piogge quiete e dolci, con