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dagli apennini alle ande 247

in una barca che portava il nome di Andrea Doria, fu sbarcato al molo, salutò il suo vecchio amico lombardo, e s’avviò a lunghi passi verso la città.

Arrivato all’imboccatura della prima via fermò un uomo che passava e lo pregò di indicargli da che parte dovesse prendere per andar in via da los Artes. Aveva fermato per l’appunto un operaio italiano. Questi lo guardò con curiosità e gli domandò se sapeva leggere. Il ragazzo accennò di sì. - Ebbene, - gli disse l’operaio, indicandogli la via da cui egli usciva; - va su sempre diritto, leggendo i nomi delle vie a tutte le cantonate; finirai con trovare la tua. - Il ragazzo lo ringraziò e infilò la via che gli s’apriva davanti.

Era una via diritta e sterminata, ma stretta; fiancheggiata da case basse e bianche, che pareva tanti villini; piena di gente, di carrozze, di grandi carri, che facevano uno strepito assordante; e qua e là spenzolavano enormi bandiere di vari colori, con su scritto a grossi caratteri l’annunzio di partenze di piroscafi per città sconosciute. A ogni tratto di cammino, voltandosi a destra e a sinistra, egli vedeva due altre vie che fuggivano diritte a perdita d’occhio, fiancheggiate pure da case basse e bianche, e piene di gente e di carri, e tagliate in fondo dalla linea diritta della sconfinata pianura americana, simile all’orizzonte