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296 rapporto al cittadino carnot

e l’ammirazione de’ secoli, se a’ vostri tempi si fosse trovato un Méjan, egli non vi avrebbe coverti di disprezzo, come i bravi di Viglieno, vostri emuli?...

In vigore del trattato, i repubblicani furono menati sulle polacche; ma, invece di mettersi alla vela, restarono inchiodati nella rada di Napoli. E si vide il fenomeno, che una immensitá di persone, in maggior parte ignote fra loro, stavano unite insieme, dividendo le stesse angustie e soggettate alle stesse sofferenze, come se avessero scampato un tremuoto o qualche altra crisi della natura.

Allora Méjan dovea obbligare lo spergiuro Ruffo a far partire senza dilazione alcuna i capitolati. Dovea minacciare la distruzione di Napoli, se in un termine prescritto la loro partenza non si fosse effettuata, e se la capitolazione non si fosse eseguita in tutti gli altri articoli. Sant’Elmo potea essere per quella cittá ciocch’è il Vesuvio nelle sue eruzioni. Ma il perfido non prese alcun interesse per un affare di tanta importanza.

Sicché gli Ercoli della rivoluzione, carichi di ferri, vennero gettati nel fondo delle sepolture, che si chiamano «criminali», e tutti gli altri restarono su’ legni.

In questo stadio di tempo, Sant’Elmo fu assediato, e Méjan, pieno di quella energia di cui mancava il governo, si fa ergere le batterie nemiche a tiro di cannone, senza impedirne i travagli. A misura che l’attivitá del nemico si raddoppia, cosí la stessa sua energia cresce di giorno in giorno. Sicché, dopo lo spazio di poco tempo, si abbandona il castello in potere degli schiavi attaccati al carro della coalizione. Il moderno Dionigi viene a tempo a godere del dono di Méjan ed a nuotare colla famosa prostituta di Albione, lady Hamilton, in un mare di sangue, che sgorgava dalle ferite de’ repubblicani. Viene ad essere spettatore di una nuova tragedia, dopo di aver guardate con ciglio sereno le beccherie d’Ischia e Procida. Egli desidera che il repubblicanismo avesse una sola testa, per troncarla a un tratto. Tant’odio, tanta stizza contro gli amici dell’uomo annida ne’ cuori de’ re forsennati, che hanno la follia di credersi simulacri della divinitá, mentre sono esseri maligni vomitati dal Tartaro!...