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250 libro primo

Cibao (l’ammiraglio credette che volesse dire Cipango), il cui cacico aveva uno stendardo di pretto oro. Questa contrada, lontana di qua, diceva egli, era posta verso l’est. Colombo presentiva che si approssimava alle miniere d’oro; e piamente assetato d’oro, generosamente affamato di ricchezze, con un accento di fervore supplicava il suo Signore di guidarlo finalmente verso quel luogo; e non poteva trattenersi dal gridare: «che nostro Signore per la sua misericordia m’aiuti a trovare quest’oro.»

Durante la notte le navi ricondussero gli ufficiali mandati all’ammiraglio dal gran cacico della contrada, il re Guacanagari. Fra via avevano scontrati moltissimi canotti di indiani avidi di contemplare gli uomini celesti. Condotti alla stanza reale, i messi erano stati ricevuti in gran pompa. ll cacico Guacanagari, che sentiva gran dispiacere di non aver veduto l’ammiraglio, gli mandò, in prevenzione della sua visita, alcuni papagalli con diversi pezzi d’oro.


§ VII.


Il lunedì, 24 dicembre, prima che aggiornasse, l’ammiraglio uscì dal porto con un buon vento di terra; governando all’est nella direzione delle indicate miniere d’oro, ma coll’intenzione di visitare, passando, Guacanagari. Siccome il vento in breve cessò, non fu corsa quel giorno gran via. La Nina rimaneva una mezza lega indietro.

Dopo le undici l’ammiraglio sentì una stanchezza grande. Per due giorni di seguito, e tutta la notte precedente, il concorso degli indigeni, i regali da fare e da ricevere, le dimande agli interpreti, le loro risposte, veri enigmi da spiegare, i messaggeri che bisognava accogliere, quelli che occorreva spedire, l’ordinamento e la conservazione delle diverse produzioni di quelle contrade ch’ei voleva portare in Ispagna, i suoi esercizi religiosi, le sue osservazioni del terreno, del clima, e le cure spinose del comando non gli avevano lasciato un solo minuto di posa. Cedendo al bisogno di riposo, un’ora prima della mezzanotte scese nella sua camera e si gettò sul letto così vestito com’era. L’ammiraglio doveva essere perfettamente tranquillo