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192 libro primo


Dopo tre secoli e mezzo di sperienza e di navigazione, non è tuttavia possibile inoltrarsi nell’Atlantico a cento leghe oltre le Azzorre, senza stupire dell’audacia di chi per primo affrontò volontariamente quelle latitudini.

Sebbene così distanti da quel giorno memorabile, pur non ci possiamo trattenere dall’ammirare, altresì, quel coraggio invitto e sereno, quella volontà dominatrice, che dovette far fronte all’invisibile, attaccar lo sconosciuto, il formidabile, domare le cieche superstizioni dei piloti e gli irritabili terrori de’ marinai, sottomettersi ogni potenza creata, vincere l’eventualità più terribili, e i fantasmi dell’imaginazione, non meno pericolosi de’ sinistri dal mare, affrontare le contraddizioni della scienza d’allora, tenere a vile i mostri dell’aria, dell’acqua, i vortici, le correnti, le trombe, la fame, la sete. Un uomo, contraddetto dalle turbe osava intraprendere, contra l’immensità, d’investigare spazi formidabili da nessuna nave solcati, e d’onde niun mortale era tornato, se pur è vero che il caso o l’ardimento vi portassero mai qualch’essere umano...

Questa eroica navigazione che vince di così gran lunga lo splendore mitologico degli Argonauti, e di tutte le spedizioni marittime dell’antichità, questo tentativo cattolico sull’Oceano per diffondere il Vangelo nel rimanente della famiglia umana sparsa oltre que’ flutti, questi doppi prodigi dell’audacia e del genio ispirati dalla fede, dominanti le contraddizioni della scienza e i terrori contemporanei, queste maraviglie senza esempio che la lira dell’epopea e l’arpa dai sublimi accordi sembrerebbero sole degne di celebrare, l’umiltà nostra si attenterà di raccontarle in prosa, chiaramente e brevemente.


§ II.


Il venerdì, 5 agosto 1492, comandato ch’ebbe, in nome di Gesù Cristo, di spiegar le vele, Cristoforo Colombo entrò nella sua cabina costrutta sul castello di dietro, e, pigliata la penna, cominciò il suo giornale di bordo, egualmente in nome di Nostro Signore Gesù Cristo In nomine Domini Nostri Jesu Christi.

Questo prologo che possediamo per intero, espone sin dal