Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/119


capitolo ottavo 99


Rispetto al promemoria con cui egli giustificava la sua amministrazione, non si può dubitare che non contenesse fatti concludenti e considerazioni importanti: perocchè, dopo questa comunicazione, non ostante l’influenza degli uffici di Siviglia, le principali innovazioni di Bobadilla furono annullate, e i regolamenti di Colombo rimessi in vigore.

Diverse ordinanze reali ne fanno fede.

Quantunque i Sovrani riconoscessero così autenticamente la saviezza amministrativa di Colombo, pure non giudicarono cosa prudente rimandarlo alla Spagnuola prima che si avesse tempo di quietare il fermento degli spiriti irritati contro di lui. Fu deciso che si nominerebbe, in surrogazione di Bobadilla, un governatore temporaneo, incaricato di amministrare le Indie per due soli anni; il qual tempo pareva dover bastare a dissipare le fazioni, cancellare la traccia delle nimicìzie, e ristabilire a regolarità tutti gli uffici amministrativi. Fu dichiarato che si adottava un tale partito, principalmente nell’interesse dell’Ammiraglio.

Quando prometteva di rintegrarlo ne’ suoi titoli e nelle sue funzioni, la Regina era sicuramente sincera e veridica; ma lo scaltrito Ferdinando aveva interiormente deciso di togliere per sempre a Colombo, oltre la dignità di Vice-re, il governo delle Indie. Da quel momento tutto fu concertato a questo scopo.


§ II.


Vedendo l’odio de’ coloni della Spagnuola contro l’Ammiraglio, e la segreta determinazione del Re a non rendergli il suo governo, la maggior parte degli storici hanno pensato che realmente Colombo non era destinato, a malgrado del suo genio, a governare popoli, e ch’esisteva in lui una qualche incapacità a ben amministrare.

Nel sistema degli scrittori che negano ogni azione provvidenziale sull’umanità, e trovano che il solo progresso della navi-

    alla lettera, delle bozze scritte dall’Ammiraglio di propria mano. — Coleccion diplomática, Documentos, n° cxxxvii.