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mente dolorosa o se gli ha sorriso invece la felicità.

Le continue contrazioni, prodotte dai vari sentimenti, lasciano a lungo andare varie traccie palesi anche nello stato della più assoluta tranquillità.

Se appena si prova piacere «irresistibilmente, come dice il Mantegazza, i muscoli elevatori del labbro superiore si contraggono e abbozzano il sorriso», nel volto di chi si trova nell'invidiabile caso di ripetere frequentemente quella mimica alla fine rimarrà la traccia del sorriso. Se all'incontro un povero disgraziato, per troppo spesse ragioni di pianto, contrae i muscoli sopraccigliari e gli abbassatori del labbro inferiore, alla fine nella sua faccia resteranno i segni del dolore.12

Tutto ciò è certamente difficilissimo a fermare in arte, e, salvo poche eccezioni, si arrivò sino a Leonardo da Vinci, prima che i pittori sapessero chiamare in una faccia per-