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battimenti. Il soldato italiano si celebra per lo slancio di cui dà prova negli assalti alla baionetta, e sta bene; ma più si deve celebrare per la disciplina. Ho visto a Tripoli e poi qui a Rodi quanto questo soldato energico e obbediente, pronto e sottomesso, congiunga le qualità che più comunemente si dicono italiane, con le altre che chiamerei tedesche, se noi avessimo bisogno di prendere dagli stranieri ciò che fu de’ nostri padri, ed è nostro. Non nello slancio, non nella disciplina, ma in un’unione tipica dell’uno e dell’altra consistono il carattere e l’eccellenza del soldato italiano, come, per aggiungere un esempio, il carattere e l’eccellenza del popolo italiano consistono in una tipica unione della genialità e del buon senso. Il nostro soldato è per se stesso un intelligente e agile individuo a faccia propria; sia dato un ordine: l’individuo sparisce, e sono il corpo, la compagnia, il reggimento. Tutte le volte che ho osservato questo passaggio, istantaneo, assoluto, mi son detto di aver dinanzi il soldato modello. E tale docilità del soldato ha radice nel profondo terreno morale del popolo, nel modo con cui esso seppe sopportare e portare la sua fortuna e con questa temprarsi.

Noi facciamo la nostra conquista pesando il meno possibile su quelli che assogget-