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capitolo lxx. 299


25.  Colui al quale sarà dato il suo Libro nella mano sinistra, griderà: Volesse Dio che non mi fosse stato mai presentato il mio Libro,

26.  E che non avessi mai conosciuto questo conto!

27.  Volesse Dio che la morte avesse finita la mia vita!

28.  A che mi giovano le mie ricchezze?

29.  La mia potenza è sparita.

30.  Dio dirà allora ai custodi dell’inferno: Prendetelo, e legatelo,

31.  Poi abbruciatelo al fuoco dell’inferno.

32.  Caricatelo quindi di catene di settanta braccia,

33.  Perchè non ha creduto in Dio l’Altissimo.

34.  Non è stato geloso in nudrire il povero.

35.  Così oggi non ha qui alcun protettore,

36.  Nè altro cibo che la marcia (il pus)

37.  I colpevoli soli se ne ciberanno.

38.  Io non giurerò per ciò che voi vedete,

39.  Nè per ciò che non vedete,

40.  Che è la parola dell’apostolo onorato.

41.  Non è la parola d’un poeta. Quanto credete poco!

42.  Non è la parola d’un indovino. Quanto riflettete poco!

43.  È la rivelazione del padrone dell’universo.

44.  Se (Maometto) avesse fabbricato qualche discorso sul nostro conto,

45.  L’avremmo preso per la sua mano destra,

46.  E gli avremmo tagliata la vena del cuore,

47.  E non l’avremmo difeso contro alcuno di voi.

48.  Questo libro è un’ammonizione per chi teme Dio.

49.  Sappiamo che è fra voi chi lo tratta d’impostura.

50.  Questo Libro è la disperazione degli infedeli,

51.  Poichè il Corano è la verità stessa.

52.  Celebra il nome di Dio l’Altissimo.


CAPITOLO LXX.

i gradini1.

Dato alla Mecca. - 44 Versetti.

In nome di Dio clemente, e misericordioso.

1.  Taluno domanda un gastigo senza dilazione2

2.  Per gl’infedeli. Nessuno è capace d’impedire

3.  A Dio d’infligerlo, Dio, padrone dei gradini,

4.  Per i quali gli angeli, e lo spirito montano a lui il giorno, il di cui spazio è di cinquantamila anni3.

  1. Il titolo di questa Sorata è preso dal versetto 3.
  2. Alla parola; un domandante domanda; è un idiotismo arabo impiegato tutte le volte che non si nomina la persona.
  3. Questo passo, tradotto alla lettera siccome abbiam falto, vuol dire semplicemente che gli angeli hanno bisogno di un giorno lungo 50 mila anni per salire al trono di Dio. Si è veduto nel cap. 52, vers. 4 che tutto saliva a Dio nello spazio di 50 mila anni. Per conciliare questi due passi, il sapiente traduttore inglese Sale pensa che nel cap. 52 si trattà dell’ascensione dalla terra, mentre in questo può trattarsi dell’ascensione che comincia dall’ultima scala della creazione. Tale spiega-