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232 il corano,


20.  Sai tu la storia di que’ due litiganti che avendo scavalcato il muro, si presentarono nell’oratorio1?

21.  Quando si presentarono dinanzi a Davidde, si spaventò al loro aspetto. Non temere, gli dissero, noi siamo due avversarj. Uno di noi ha agito iniquamente coll’altro. Pronunzia fra noi come la giustizia l’esige, senza parzialità, e indirizzaci sul cammino il più eguale.

22.  Questi è mio fratello; egli avea novantanove pecore, ed io non ne avea che una. Mi disse un giorno: Dammela per custodirtela. (Egli me l’ha presa), e mi ha superato nella disputa.

23.  Davidde gli rispose: Egli ha commesso un’ingiustizia verso di te prendendoti una pecora per aggiungerla alle sue; moltí uomini che hanno affari abusano gli uni degli altri; quei che credono, e praticano il bene, non agiscono così; ma il loro numero è così ristretto! Davidde s’accorse che volevamo provarlo con quest’esempio; implorò il perdono di Dio2, si prostrò, e si penti.

24.  Noi gli perdonammo; gli accordammo nel paradiso un posto vicino a noi, ed una bella residenza.

25.  O Davidde! t’abbiamo stabilito in nostra vece sulla terra; pronunzia dunque nelle vertenze degli uomini con equità, e guardati dall’obbedire alle tue passioni: esse ti distorranno dal sentiere di Dio. Coloro che ne deviano subiranno un gastigo terribile, perchè non hanno pensato al giorno del giudizio.

26.  Non abbiam creato inutilmente il cielo e la terra, e tutto ciò ch’è fra loro. Quest’è l’opinione degl’increduli, e guai agl’increduli, saran mandati al fuoco.

27.  Tratteremo noi quei che credono, e fanno il bene, come quei che propagano il male sulla terra? Tratteremo gli uomini pii come gli empj?

28.  È un Libro benedetto quello che t’abbiam mandato; gli uomini dotati d’intelligenza meditino i suoi versetti, e vi prendano degli avvertimenti.

29.  Demmo a Davidde Salomone (per figlio). Che servo eccellente! amava di ritornare a Dio3.

30.  Un giorno verso la sera, furono recati dinanzi a lui dei cavalli magnifici, che stavano dritti su tre soli piedi, ed il quarto toccava appena la terra coll’estremità.

31.  Egli disse: Ho preferito i beni di questo mondo al ricordo di Dio (io non mi son potuto saziare della vista di questi cavalli), fino a che il giorno è scomparso sotto il velo (della notte). Riconducetemeli davanti.

32.  E (quando gli furono ricondotti dinanzi) si pose a tagliar loro il garetto e la testa4.

  1. Questi due litiganti erano due angeli che finsero di riportarsi al giudizio di Davidde; in realtà era per fargli sentire i suoi proprj peccati. La sorpresa, e lo spavento di Davidde venivano dalla circostanza che, avendo distribuite le sue ore per le diverse sue occupazioni, consacrava una parte del giorno alla preghiera, o ai suoi affari, e non riceveva veruno. Fu appunto in quest’ora che si presentarono i due litiganti.
  2. Ciò si riferisce a Davidde che desiderava la moglie di Uriah.
  3. Ritornare a Dio, vuol dire pentirsi.
  4. Salomone aveva preso nel paese di Damasco, e di Nisibe una gran quantità di cavalli; altri dicono che li aveva presi sugli Amaleciti e lasciati in eredità a suo figlio; altri infine che i cavalli erano nati dal mare, ed avean le ali. Quando furono condotti questi cavalli, del numero di mille, dinanzi a lui si restò sì lunga pezza ad esaminarli che scordò l’ora della preghiera, ma avvedutosi della sua mancanza, ne fece sagrificare a Dio la maggior parte, conservandone solo un centinajo dei più belli. Per consolarlo della perdita di questi cavalli, Dio gli sottomise i venti.