Pagina:Copernico - Poemetto Astronomico.djvu/27


(XXVI.)


Colli di Berga pampinosi Addio:
Mio bel Retron, bel Campo Marzio vale.
540Alma Madre del Dio, che in Betlem nacque,
D’un Regal Vate prezioso sangue,
Ond’esser devi di Parnaso amica,
Quando a me dirimpetto hai tempio augusto,
Le poetiche mie Torri nascenti,
545Nella cui cima la sua tromba d’oro
Calliope suona, e il volator Cavallo
Con l’unghia zampillar fa un nuovo fonte,
Che del gran Prusso i trofei canta e l’armi,
Queste torri Febee, queste Ascrèe logge,
550Che suoneranno ancor d’Inni a Te sacri,
Al tuo Nume, o gran Diva, io raccomando.
In mezzo a un mar di foco, a un mar di luce,
Che avvampa e raggia Pellegrino io giungo.
Qui un Uom m’appare con divin sembiante,
555Con ghirlanda di stelle intorno al crine,
Che cinto gli omer di sidereo pallio
Aurea sfera celeste in man sostiene.
L’Aquila del Tonante innanzi a Lui
Tien l’Astrolabio col falcato artiglio,
560Ed ha nel rostro un Cannocchial Britanno.
Molti Spirti, che han vista acuta, e manti