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lettera xxiii. 131

fuor dalla natura, nè di salire sull’ippogrifo fantastico al paese uranico dei sogni, per discoprirvi lo spirito pellegrino dalla carne. Ei sa che la natura è sacra e che l’ideale si cova perennemente dentro di lei; sa del pari che l’ideale non è il Dio Termine del sentimento, ma che si trasmuta, pur esso, col tempo, e migra di forma in forma nel suo viaggio scettico per l’infinito. Addio.