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Verso quel tempo insorse nella Mesolcina un gran rumore derivante dal fatto successo ad un Vallerano, che si era complicato nella compra d’alcuni effetti del monastero di Cazis, avvenimento raccontato anche nella Germania Sacra d’Eichhorn1.

II ricco monastero di Cazis, fondato già verso la fine del settimo secolo per servire di clausura alle nobili donzelle della Rezia, ebbe in seguito a soffrire molte calamità, a motivo particolarmente delle cattive amministrazioni. Dopo l’adottata riforma ecclesiastica, cioè nel 1570 per opera di Giovanni Planta allora signore di Razins e d’altri caporioni della Lega Grigia, il detto monastero con tutti i suoi beni tanto mobili, quanto immobili, venne esposto al pubblico incanto. Un certo Pietro Maggio

di Roveredo avendo saputo il termine di detto incanto, si portò in Cazis coll'intenzione di rilevare a basso prezzo tutto lo stagno, di cui il monastero era in abbondanza fornito, e di cui il Maggio faceva particolar commercio. Fattane la compra, e volendo egli cancellare lo stemma del monastero inciso sugli effetti del rilevato metallo per sostituirvi la sua marca, non potè mai miracolosamente in nissun modo pervenire al suo

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