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PREFAZIONE XCI

’’’ Meno artista di Ferecrate, ma pur copioso e vario si rivela Platone. Egli aveva un debole pei soggetti e i personaggi mitici. Adone, Dedalo, Europa, Menelao, Anfitrione, i Cercopi furono ospiti delle sue scene. Nel Giove citato in giudizio, si vedeva il re dei Numi ridotto sulla panca degli accusati per le scappatelle del figliolo Ercole. Eccone una di cui possiamo tuttavia giudicar la gravità. Ercole sta insieme con un’etèra, e con una, diciam così, guardiana della fanciulla. Le due brave femmine tirano a spennacchiarlo, e in attesa del pranzo, la guardiana pensa di far giuocare al còltabo i due colombi. II giuoco, in cui si trattava di lanciare con mossa agile e precisa la feccia d’una coppa entro un’altra coppa galleggiante in un vaso più ampio, a fine di sommergerla, si prestava a mettere in rilievo la pesante goffaggine dell’eroe (46): GUARDIANA Mentr’io vo il pranzo ad ammannire, il cottabo dare sollazzo a voi potrà. ERCOLE Benissimo! Ma il vaso ov’è?