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CANTO IV.. Vedrai come a costui convien che vada Dall’uri, quando a colui dall’altro, fianco, Se lo intelletto ti:fo, ben chiaro, bada. —. — Certo, maestro mio (diss’io), unquanco Non vid’io chiaro sì com’io discerno, Là dove mio ingegno parea manco.. Che ’1 mezzo cerchio del moto superno, Che si chiama Equatore in alcun’arte, E che sempre riman tra ’1 Sole e il verno,. Per la ragion che di’, quinci si parte A’erso Settentrion, quando gli Ebrei Vedevan lui verso la calda parte. 20. ]Ma, se a te piace, volentier saprei Quanto avemo ad andar: che il poggio sale Più che salir non posson gli occhi miei. — tome. Ovid. Mei., li. - Cic. de Off., III. ss: De nat. Deor., Ili, s«. - Inf., XVII. - Georg, 1: Via secta per am~ has, Obliquus qua se siqnorumverteret ordo — Feion. In Sèminlendi.. (L) Costui: Purgatorio. — Colui: Sion. (SL) Costui. Di cose inanimale l’usa il Boccaccio ed aliri. Simile piltura è nei I delie Georgiche di Virgilio. (F) Fianco. Arisi., de An., II: A parie australe è la dritta del mondo, la settentrionale a manca.. (L) Unquanco: mai. — Manco: incapace.. (L) Alcun’: una. Nella geografìa astronomica. (F) Mezzo. Circutus medius. Tra i «lue poli e l’equatore Tra i poli e l’eMiialore il tropico estivo, e il tropico iemale: il sole gira obliquamente per lo zodiaco; quand* è all’un de’ tropici la stale, verno all’altro; quando tocca l’equatore, e lo tocca in due parli, i giorni sono uguali alle notti. Quella regione del cielo eli’ è fra’ tropici. Dante la chiama estate: quella che tra i due poli verno: in tutta la spera, dice roilinio, è una state e due verni. — Equatore, Conv., Il, 4: (Ciascuno cielo).sì lo nono come qli altri, hanno tin cerchio che si può te chiamare eqiìauna del suo cielo proprio: il quale nquahnenle in ciascuna parte della sua rivoluzione è rimoto dall’uno polo e dall’altro. - Nel mezzo del moto celeste è un cerchio imaqinario che va da oriente a occidente, e si citinma ••(malore, perché quando il ■sole è ivi, i qiorni allora sono uquali alte notti. Allora é l’equinozio che segue nel segno dell’Ariete e della Libra. Il circolo dell’equatore è sempre tra il sole cioè mezzogiorno, e ’/ verno cioè tramontana. Di là dal ci*’ colo equinoziale si stende un circolo, ch’è là dove il sole a lunqo risplende nel cielo, e si chiama solsiizio; e quel circolo è il tropico detto del Cancro. Jl tropico del Capricorno <J quello dove il sole più declina da noi, e i dì son più corti. La Libia e l’Arabia son poste tra il detto circolo equinoziale equatore^ e il tropico detto del Cancro. Noi siamo al di qua: e però riquardando verso il nostro oriente vediam sempre n destra l’ombra del corpo nostro. Non così que’ d’Arabia e di Libia, massimamente allorché il sole è nel tropico dtl Cancro. Cosi Pietro di Dante. Il Purgatorio e Gerusalemme son dunque ugualmente disiami dall’equatore, e l’equatore rimane sempre tra la parte ove il sole vener)do fa la stale, e quella ove il sole trovandosi fa l’inverno.. (Lì Quinci: nel Purgatorio. — Calda.• Mezzodì (F) Ebrei: Sul monte Sion l’hanno verso austro; il Purgatorio, a tramontana. La parte australe è la calda ai popoli posti fra il tropico del Cancro e il polo artico. Ottimo: Quando il popol d’Isdrae laudava d’Egitto in terra di promessione, e vedea il sole verso la slate, e lo equatore verso settentrione. Verso si lolle qui per contra ovvero (jall’altra parte.. (SL) Sale. Terz. 44: Vincca la risia.