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C. XXXII — v. 28-42. In questi cinque ternari dimostra lo nostro autore, secondo la sua fizione, come lo carro fu menato dal griffone a la pianta de la notizia del bene e del male; e come Beatrice discese del carro, dicendo cosi: La bella donna; cioè Matelda, che; cioè la quale, mi trasse; cioè tirò me Dante, al varco; cioè al valico del fiume Lete, E Stazio; lo quale era meco, del quale è stato ditto di sopra, et io; cioè Dante, seguitavam la rota; cioè destra, che significa lo nuovo testamento, Che; cioè la quale, fe l’orbita sua; cioè lo segno suo, come suole fare la rota del carro in terra, con minor arco: imperò che il carro si girò in su la destra ruota; minor arco prese a girare che non fe la sinistra. Et ogni cosa l’autore parla sotto figura: imperò che per questo dà ad intendere ch’elli era cristiano, e Stazio, e Matelda; e però finge che seguitasseno la destra ruota, e che il carro si girasse in su quella, e questo fu1 vero del nuovo testamento per rispetto del vecchio che è significato per la sinistra la quale fece grande giro; et a denotare che con maggiore distanzia di tempo funno revocati a la grazia et a l’obedienzia quelli del vecchio testamento, che quelli del nuovo li quali tosto lo possano avere per la grazia che Cristo acquistò a l’omo con la sua passione; e coloro la penòno ad avere2 infin che Cristo penò a venire. Sì passeggiando; cioè per sì fatto modo, come ditto è, andando a passo a passo, l’alta selva vota; alta dice, perchè è in su la cima del monte, selva dice per le piante et arbuscelli che vi sono, vota perchè l’omo per la sua colpa ne fu cacciato; e però dice: (Colpa di quella, cioè d’Eva, ch’al serpente crese; cioè credette quando li disse: Non è come tu dici, anco mangia di questo pomo, e saprai lo bene e lo male come Iddio, et ella lo credette e mangiòne e fene mangiare ad Adamo) Temprava; cioè temperava, i passi; cioè nostri, un’angelica nota; cioè uno canto, che faceano li angiuli. Fors’in tre voli tanto spazio prese Disfrenata saetta; cioè forsi la saetta sfrenata va tanto in tre saettate, quanto3 eramo rimossi; cioè noi dal luogo, unde eravamo partiti, Quando Beatrice scese; cioè del carro in sul quale ella4 era. Questo finge l’autore, a denotare che con tre leggi ritornò l’umana natura a l’obedienzia; prima co la legge de la natura che non fu bastevile, la quale durò infine a Moisè; poi co la legge de la Scrittura che anco non vastò, che durò infine a Cristo; e poi co la legge de la grazia che diede Cristo, che per la virtù sua fece vastevili le prime due e cavò del limbo li santi Padri che erano vissuti co le due prime leggi; ma aveano creduto in Cristo ven-

  1. C. M. vero: imperò che la sinagoga si convertitte in santa Chiesa; e che facesse minor arco significa la brevità del nuovo
  2. C. M. coloro penonno ad averlo
  3. Eramo; erate sono voci primitive ed intere dall’eramus, eratis de’ Latini. E.
  4. C. M. in su che era.