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C A N T O   X X V I.




1Mentre che su per l’orlo, uno inanzi altro,1
     Ce n’andavamo, spesso il buon Maestro
     Dicea: Guarda, giovia: chè io ti scaltro.2
4Feriami ’l Sole in su l’umero destro,
     Che già raggiando tutto l’occidente
     Mutava in bianco aspetto di celestro;
7Et io facea coll’ombra più rovente
     Parer la fiamma; e pur a tanto indizio
     Vidd’io molte ombre, andando, poner mente.
10Questa fu la cagion che diede inizio
     Lor a parlar di me, e cominciarsi
     A dir: Colui non par corpo fittizio.
13Poi verso me, quanto potean farsi,
     Certi si fecen, sempre con riguardo
     Di non uscir unde non fusseno arsi.3
16O tu che vai, per non esser più tardo;
     Ma forsi riverente, alli altri dopo,
     Risponde a me che ’n sete et in foco ardo.
19Nè solo a me la tua risposta è uopo:
     Chè tutti questi n’ànno maggior sete,
     Che d’acqua fredda et Indo et Etiopo.4

  1. v. 1. C. M. C. A. sì per l’orlo, uno innanzi
  2. v. 3. C. A. Diceami: Guarda giovi, ch’io
  3. v. 15. C. A. dove non fussero
  4. v. 21. C. A. fredda Indo ed