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c a n t o    x x i i i. 551

130Virgilio è questi che così mi dice,
     Et additailo; e quest’altro è quell’ombra,1
     Per cui scosse dianzi ogni pendice
127Lo vostro regno che da sè lo sgombra.


  1. v. 434. C. M. quest’altri è

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C O M M E N T O


Mentre che li occhi ec. Questo è lo canto xxiii, nel quale lo nostro autore, continuando la materia incominciata di sopra; cioè del sesto cerchio del purgatorio dove elli fìnge che si purghi lo peccato de la gola, finge come vidde quelle anime che quive si purgavano magrissime; e finge come ne cognove alcuna e venne a parlamento con lei, e diceno insieme molte cose, come apparirà nel testo. Et in questo canto principalmente fa due cose: imperò che prima finge come venne a cognizione d’uno di quelli spiriti, che fu fiorentino et ebbe nome Forese, e come elli lo dimandò de la cagione perchè quelli spiriti del vi cerchio erano cosi magri, e come Forese li disse la cagione; ne la seconda finge come elli si meravilli che Forese sia venuto sì tosto in quello luogo, e come Forese ancora lo prega che si li manifesti, e finge altri ragionamenti ch’avessono insieme de la loro città, et incomincia quive: Et io a lui: Forese, ec. La prima, che serà la prima lezione, si divide in parti sei: imperò che prima finge come elli stava a vedere l’arbore ditto di sopra, e come fu sollicitato da Virgilio de l’andare, e come vidde nuova gente venire, e come elli ne dimanda Virgilio, et elli li risponde generalmente; ne la seconda finge come, venuta quella gente a loro, si meravilliava di loro e loro ragguardava, e come elli si meravillia de la loro condizione, et incomincia quive: Sì come i peregrin ec.; ne la terza finge ch’elli si meravilliasse de la loro magressa, et incomincia quive: Io dicea fra me stesso, ec.; ne la quarta finge come elli ricognove tra loro uno suo fiorentino che ebbe nome Forese, et incomincia quive: Già era ec.; ne la quinta finge come Forese lo prega che li dica chi elli è e li suoi compagni, e come elli dimanda lui de la cagione de la loro magressa, e quive incomincia: Deh non contender ec.; ne la sesta finge come Forese li dichiara quello che àe dimandato, e quivi incomincia: Et elli a me: ec.; e questa è l’ultima parte. Divisa la lezione, ora è da vedere lo testo co l’esposizione litterale, allegoriche e morali.