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quale ordine ogni cosa sia 1, e però quoto si può pilliare per lo iudicio; e dice puerile, cioè di garzone che è più che fanciullo: fanciullo è infine a li 7 anni, e garzone è infine ai 14; ine la quale età non è anco discrezione perfetta sopra tutte le cose, benchè sia in alcuna cosa, cioè ine le cose manifeste, e però riprende Beatrice Dante che sopra le cose manifeste, come è la verità, non fida lo suo piè, cioè la sua affezione. Secondo la lettera: Non ti meravigliare se io sorrido, vedendo che ài lo vero inanzi: imperò che vedi questi spiriti che sono nella Luna, et avvisi a drieto per vedere se sono rappresentati quine, come nello specchio le cose apposte di fuori, bene aduuqua lo tuo iudicio puerile et in vano ti rivolge a drieto: non ti rivolgere, che vere sustanzie sono quelle che vedi poste in questo basso pianeto, perchè furno manche nel suo voto; e però dice lo testo: non fida lo piè; cioè tuo, Dante, che significa l’affezione che anco tornava a drieto alle scienzie mondane, non fidandosi della vera scienzia, cioè di Beatrice che è scienzia di verità; e però dice: Che sopra ’l ver; cioè sopra la verità che io ti mosterrò, et òttela mostrata insino di sopra, quando disse nel secondo canto: Drizza la mente in Dio grata, mi disse, Che n’à coniunti colla prima stella. Nel qual luogo si dimostra in che modo si debbia intendere come l’omo si coniunga, o vero l’anima col pianeto, cioè quando l’omo adatta sè ad operare secondo la influenzia del pianeto, come ora puossi ponere esemplo de la Luna, la quale à a dare influenzia nell’anime nostre di mutamento 2 a’ beni temporali e mondani, et ai beni spirituali et eterni, li quali si cognoscono per comperazione; e dà influenzia di mutabilità dell’uno bene nell’altro, cioè del maggiore nel minore, e del minore nel maggiore; nella quale influenzia vince lo savio quando discerne che l’uno bene sia migliore che l’altro et al migliore s’attiene; ma quando è ingannato dai beni temporali, a quelli s’inchina secondo la influenzia della Luna. Et allora si dice coniungere con lei con biasimo, s’elli si dà al tutto a quelli sì, che abbandoni lo vero bene: imperò che è dannato; ma s’elli si dà non a lucro: ma discendi 3 dal migliore a lo men buono, benchè non si perda: imperò la grazia d’Iddio supple: imperò che àe minor grado di beatitudine, si può anco dire che sia con biasimo. Ancora si dice coniungere l’omo col pianeto, quando l’omo s’inalza a considerare la influenzia del pianeto e’l moto suo, e secondo questo modo lo nostro autore si coniunse colla Luna, e così si dè intendere. E che ora finga che quelle anime siano nel corpo della Luna si dè intendere ch’elle vi fusseno quanto a l’operazione che aveano fatta nel mondo, amando li beni spirituali e temporali onesti, e quelli seguitando in-

  1. C. M. sta,
  2. C. M. di dimostramento
  3. C. M. non al tutto; ma disende
   Par. T. III. 6