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c a n t o     xxxiii. 829   

130Siede lunghesso; e lungo l’altro posa
     Quel Duca, sotto cui visse di manna
     La gente ingrata, mobile e ritrosa.
133Di contra a Piero vedi seder Anna,
     Tanto contenta di mirar sua fillia,
     Che non muove occhio per cantare Osanna.
136E contra ’l maggior Padre di famillia
     Siede Lucia, che mosse la tua donna,
     Quando chinavi a ruinar le cillia.
139Ma perchè ’l tempo fugge che t’ assonna,
     Qui farem punto, come ’l buon sartore,
     Che, com’ elli à del panno, fa la gonna;
142E drizzeremo li occhi al primo Amore,1
     Sì che, guardando verso lui, penetri,
     Quant’è possibil, per lo suo fulgore.
145Veramente, non forse, tu t’aretri,
     Movendo l’ ali tue, credendo oltrarti,
     Orando grazia convien che s’ impetri,
148Grazia da quella che può aiutarti;
     E tu mi segue co l’ affezione,2
     Sì che dal dicer mio lo cuor non parti;
151E cominciò questa santa orazione.


    v. 129 Clavi; chiodi, giusta il latino clavus E.

  1. v. 142. C. A. dirizzerem gli
  2. v. 149. C. A. mi seguirai con l’




C O M M E N T O


Affetto al suo piacer ec. Questo è lo xxxii canto della terza cantica, nel quale lo nostro autore finge in che ordine vidde stare li beati in vita eterna, secondo che li mostrò santo Bernardo. E dividesi tutto in due parti: imperò che prima descrive, secondo la sua fizione, in che ordine stavano li beati di vita eterna, mostratoli di santo Bernardo; nella seconda parte finge che santo Bernardo li


   Par. T. III. 53