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c a n t o     xxxii. 825   

19Perchè secondo lo sguardo, che fee1
     La fede in Cristo, queste sono il muro,
     A che si parten le sacre scalee.
22Da questa parte, onde ’l fiore è maturo
     Di tutte le suo follie, sono assisi
     Quei che credettono in Cristo venturo.
25Dall’altra parte, onde sono intercisi
     Di voto i semicirculi, si stanno2
     Quei ch’a Cristo venuto ebber li visi.
28E come quinci il glorioso scanno
     De la Donna del Cielo, e li altri scanni
     Di sotto lui cotanta cerna fanno;
31Così di contra quel del gran Ioanni;
     Che sempre santo il diserto e ’l martiro
     E l’inferno sofferse da du’ anni:3
34E sotto lui così in cerne sortiro4
     Francesco, Benedetto et Augustino,
     Et altri fin quaggiù di giro in giro.
37Or mira l’alto proveder divino,
     Che l’uno e l’altro aspetto de la fede
     Equalmente empierà questo giardino;
40E sappi che dal grado ingiù, che fiede
     A mezzo ’l tratto le due discrezioni,
     Per nullo proprio merito si siede;
43Ma per li altrui, con certe condizioni:
     Chè tutti questi sono spirti asciolti,5
     Prima ch’avesser vere elezioni.

  1. v. 19. Fee. Le terze persone singolari del passato nella seconda coniugazione da principio caddero in i alla maniera latina, fui, fei da fuit, fecit; onde poscia, affine di uniformarle a quelle del presente ed imperfetto, fu cambiato l’i finale, e ne risultò fue, fee, temee ec. E.
  2. v. 26. C. A. Devoti i
  3. v. 33. C. A. Sofferse, e poi l’inferno da
  4. v. 34. C. M. cerna — C. A. così cerner
  5. v. 44. C. A. assolti,