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c a n t o     xxxi. 809   

130Et in quel mezzo co le penne sparte1
     Vidd’io più di mille Angnoli festanti,
     Ciascun distinto e di fulgore e d’arte.
133Viddi quivi ai lor giuochi et ai lor canti2
     Ridere una bellezza, che letizia
     Era nelli occhi a tutti li altri Santi;
136E s’io avesse in dir tanta divizia,
     Quanto in imaginar, non ardirei
     Lo minimo tentar di sua delizia.
139Bernardo, come vidde li occhi miei
     Nel caldo suo calor fissi et attenti,
     Li suoi con tanto afletto volse a lei,
142Che i miei di rimirar fe più ardenti.

  1. v. 130. C. A. Ed a quel
  2. v. 133. C. A. Vidi a’ lor giuochi quivi




C O M M E N T O


In forma dunque ec. Questo è lo canto xxxi, nel quale lo nostro autore finge com’elli vidde la forma del paradiso; e com’elli vidde Beatrice ritornata al suo scanno, del quale si partitte quando elli si smarria da la via de le virtù ne la selva de’ vizi, per muovere Virgilio che lo venisse a soccorrere; e come santo Bernardo li apparitte e mostrolli la Vergine Maria. E dividesi questo canto principalmente in due parti: imperò che prima finge come elli vidde fatta la gloria de’ beati in forma di rosa, conchiudendo per l’antecedente; e come vidde li Agnoli fare festa co li beati; e com’elli si meravigliava de la bellezza di paradiso; e come Beatrice si partì da lui, e ritornò al suo scanno, e santo Bernardo li apparve. Ne la seconda finge ch’elli vedesse Beatrice nella sua sedia beata; e com’elli la ringraziò del beneficio ricevuto da lei; e come santo Bernardo lo confortò a ragguardare la gloria di vita eterna, e spezialmente la Vergine Maria; e come vidde molti Agnoli intorno a lei; e come santo Bernardo tutto si misse a contemplare lei. La prima, che sarà la prima lezione, si divide tutta in cinque parti: imperò