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c a n t o   xviii. 515   

131Ben puoi tu dir: Io ò fermo ’l disiro1
     Sì a colui, che volle viver solo,
     E che per salti fu tratto al martiro,
134Che non cognosco ’l Pescator, nè Polo.2 3


  1. v. 131. C. M. Io fermo il
  2. v. 134. Ch’io non conosco
  3. v. 134 Polo; Paolo, come truovasi anche presso il Frezzi, lib. ii. cap. xvii «Poi mi rivolsi per veder San Polo» e Pol eziandio appo i Trovatori. E.


C O M M E N T O


Già si godea solo ec. Questo è lo canto xviii, nel quale lo nostro autore finge come anco fu dichiarato dal detto beato spirito d’alquanti di quelli beati spiriti, che erano nella croce di Marte; e, come uscito di Marte, si trovò montato nel pianeto di Iove. E però si divide il canto in due principali parti, secondo lo modo usato, imperò che prima finge come fu dichiarato da messer Cacciaguida d’alquanti beati spiriti di quelli che erano nella croce di Marte, e come si trovò sallito nel pianeto di Iove; ne la seconda incomincia a trattare di quello che vidde nel pianeto predetto, et incominciasi quine: Io viddi in quella iovial facella ec. La prima, che sarà la prima lezione, si divide tutta in quattro parti: imperò che prima finge come, finita la dichiaragione fatta dal detto beato spirito di sopra di quello che li dovea avvenire e sopra la sua comedia, elli ebbe pensieri sopra le dette cose, e come ammonito da Beatrice che mutasse pensieri elli si volse a lei, e chente la vidde allora si scusa che nol potea ridire; nella seconda finge che ne dicesse alcuna cosa ch’elli poteva, e com’ella lo fece accorto che attendesse anco al predetto beato spirito che li voleva parlare, et incominciasi quine: Tanto poss’io ec.; nella terzia finge come lo detto beato spirito l’incominciò a parlare e mostrarli alquanti di quelli beati spiriti che erano in quella croce, et incominciasi quine: El cominciò ec.; nella quarta finge com’elli si volse a Beatrice e come si trovò poi sallito nel pianeto Iove, et incominciasi quine: Io mi rivolsi ec. Divisa la lezione, ora è da vedere lo testo co le sue esposizioni letterali, allegoriche e morali.

C. XVIII — v. 1-12. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come, finita la dichiarazione fatta dal sopra detto beato spirito sopra quello che li dovea avvenire e sopra la sua comedia. elli ebbe pensieri sopra le dette cose; et, ammonito da Beatrice che