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     [v. 46-57] c o m m e n t o 501

sì fatto, come Ipolito che si partì non cacciato; ma abbominando la sua cità ne la quale trovò tanta disonestà, così si partirà Dante di Fiorenza; e però dice: di Firenze; cioè de la tua città, partir ti convene; cioè a te Dante. Questo si vuole; cioè che tu ti parta di Fiorenza da’ tuoi avversari, e questo già si cerca; cioè da li tuoi avversari, E tosto verrà fatto; cioè quello che detto è, a chi ciò pensa; cioè a colui che pensa di cacciare la parte bianca di Fiorenza e li cittadini, che volevano che reggesseno la città li comuni cittadini e non li partefici 1, dei quali era l’autore; che, perchè li bianchi mostravano di volere lo bene comune s’era accostato con loro; ma li neri, per tiranneggiare la città, ordinavano già infine nel 1300 di cacciarne li bianchi, et infine in corte di Roma insieme col papa; cioè con papa Bonifazio, con messer Corso Donati che seguia allora la corte, si cercava, essendovi ancora messer Geri Spini, che questo ordinava; e però dice: Laddove Cristo tutto si commerca; cioè in quello luogo, nel quale Cristo si vende e di lui si fa baratto, come de le mercanzie; cioè ne la corte di Roma: però che quine s’ordinò lo trattato di cacciare li bianchi di Fiorenza. La colpa seguirà la parie offensa: imperò che sarà posta la colpa a coloro che saranno cacciati, In grido; cioè in fama, come suol; cioè come è usanza: sempre quelli che sono cacciati de le cittadi, sono diffamati che sono colpevili, ma la vendetta; cioè che Iddio farà de’ Fiorentini, Fi’ testimonio al ver; cioè a la verità sarà testimone essa vendetta, che; cioè lo quale vero, ella; cioè la vendetta d’Iddio, dispensa: cioè ordinando e dispensando produce. E per questo dà ad intendere che la parte nera, che cacciò la parte bianca, benchè la colpa fusse data a la parte bianca, ebbe lo torto; e questo si mostrò per la vendetta, che Iddio poi ne mostrò: imperò che nel 1304 cadde il ponte a la Carraia e moritrevi molta gente, e grande discordia fu tra li cittadini e grandi uccisioni furno fatte, e fuoco fu messo che arse tutti li cari luoghi de la città di Fiorenza, e furno rubbati da la gente dell’arme che v’era, e molti per la detta cagione, che erano ricchissimi cittadini, diventorno poveri. Tu; cioè Dante, lascerai ogni cosa diletta; cioè la patria, la famiglia, le possessioni, li amici, Più caramente; cioè quelle cose, che tu amerai più care, e questo è quello strale; cioè questo è quella puntura, Che; cioè la quale, l’ arco de l’esilio; cioè l’arco dello sbandeggiamento, pria saetta; cioè prima gitta addosso a colui, che è sbandito di sua terra, cioè che li viene abbandonare tutte le cose che più ama. Seguita.

C. XVII— v. 58-69. in questi quattro ternari lo nostro autore finge corno messer Cacciaguida continua lo suo parlare, manifestandoli l’avversità che li debbono avvenire oltra quello che detto è,

  1. Part efici; partecipi. E.