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c a n t o   xvii. 493   

136Però ti son mostrate in queste ruote,
     Nel monte e nella valle dolorosa
     Pur l’anime che son di fama note:
139Che l’animo di quel, ch’ode, non posa,
     Nè ferma fede per esemplo, ch’àia
     La sua radice incognita et ascosa,
142Nè per altro argomento che non paia.




C O M M E N T O


Qual venne a Climene, per accertarsi ec. Questo è lo canto xvii, nel quale finge lo nostro autore ch’elli, confortato da Beatrice, dimandasse messer Cacciaguida che lo dichiarasse dell’ annunzio che li fece messer Farinata delli Uberti di quel che in brieve tempo li dovea avvenire d’avversità, siccome appare nel x canto de la prima cantica, u’ elli dice: Ma non cinquanta volte fia raccesa la faccia de la donna, che qui regge, Che tu saprai quanto quel l’arte pesa. Ancora nel’xi canto de la seconda cantica, parlando con Odorizi, disse: Più non dirò, e scuro so ch’io parlo; Ma poco tempo andrà, che i tuo’ vicini Faranno si che tu potrai chiosarlo; e come lo detto spirito, di ciò dimandato, lo dichiara di ciò, et intorno a ciò molte altre cose che si vedranno nel testo. E dividesi questo canto principalmente in due parti, perchè prima finge come, mosso da Beatrice, dimanda del detto dubbio ch’elli aveva del detto anunzio che li fu fatto, e come messer Cacciaguida liel dichiara; ne la seconda parte finge come lo detto spirito li predice l’aiuto che li fia dato ne la sua avversità e da cui, e come lo conforta ch’elli stia forte contra la fortuna, e come elli li muove un altro dubbio sopra questa sua comedia, e com’elli dal detto dubbio lo rimuove coi suoi conforti, et incominciasi quine: Lo primo tuo refugio ec. La prima, che sarà la prima lezione, si divide in cinque parti: imperò che fa una similitudine d’una fizione poetica 1, come Beatrice lo conforta ch’elli dimandi; nella seconda finge come, confortato da Beatrice, dimandò della sua fortuna a messer Cacciaguida, et incominciasi quine: O cara pietra mia ec.; nella terza parte finge come lo detto spirito, incominciando a rispondere, li dichiara certe belle cose de la prescenzia 2 divina, et incominciasi quine : Non per ambage ec.: ne la quarta

  1. C. M. poetica, per dimostrare come
  2. C. M. presenzia divina,