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eserciti, Superillustrans; cioè di sopra illuminante, claritate tua; cioè colla tua chiarezza e col tuo splendore, Felices ignes: cioè li bene avventurati fuochi, cioè splendori, horum malahot; cioè di questi angeli nunzianti la voluntà tua; malahoth s’interpetra angelo nunziante, e così s’intende di loro: imperò che l’anime umane 1 sono pari agli angeli: imperò che si rallegravano, secondo che dice l’autore; e finge perchè erano stati attivi nel mondo, dicendo. O santo Iddio, illuminante colla tua chiarezza li beati splendori di questi spiriti, noi ci rallegriamo in te, che questo bene ci ài donato per tua grazia, che ci ài fatti angeli nunzianti la voluntà tua, volgendosi alla rota sua; cioè volgendosi al giro et a la rotazione che facea nel suo pianeto Mercurio, nel quale si rotava e girava come giravano gli altri stato era lo detto spirito prima volto inverso Dante a ragionare con lui, poi si rivolse al suo giro del pianeto: che li beati spiriti si girino nel pianeto si dè intendere secondo la lettera, che nel grado che sono in vita eterna si girano col loro intendere intorno a lui ; cioè a Dio, ragguardando lui, pasciendosi cioè saziando lo suo desiderio di lui, e dalla considerazione di tutte le cose, ricognoscendole da lui, ritornando in lui. Ma dèsi intendere di quegli del mondo, secondo l’allegorico intelletto; cioè che l’atto delle loro virtuose operazioni fatte nel mondo, secondo la influenzia del pianeto, continuamente à rispetto a Dio, benchè si vari secondo li diversi moti delle cose, sempre a Dio ragguarda; e da Dio movendosi per ispirazione a lui ritorna per reduttore 2: imperò cho a lui riduce ongni suo bene operare, Sopra la qual; cioè sustanzia, cioè sopra l’officio di Iustiniano, doppio lume s’addua; cioè doppio splendore s’addoppia: imperò che prima v’era uno splendore, secondo lo fervore della carità che era in quella anima; poi cresciuto lo fervore della carità, per lo canto crebbe lo splendore. E questo finse l’autore, per mostrare che la beatitudine dei santi può crescere accidentalmente, benchè sustanzialmente no. Et essa; cioè sustanzia di Iustiniano, e l’altre; cioè sustanzie, che erano con lui, mossero; cioè si mossono, cioè mossono sè: e alcuna volta si pone lo verbo attivo per lo passivo 3, come appare nel Virgilio nel primo libro dell’Eneide: Tot volvere casus; idest involvi a tot casibus— , a sua danza; cioè al suo girare intorno per lo pianeto, come si girano coloro che ballano e che danzano a ballo tondo. Finge l’autore che gli ordini degli angeli si girino intorno a Dio, per dare ad intendere che le loro voluntà da Dio tornano a Dio; e questo è come uno

  1. C. M. umane beate sono
  2. C. M. per reduzione :
  3. Meglio sarebbe a dire che talora si pone il verbo intransitivo assoluto in luogo dell’intransitivo riflesso, tralasciando cioè l’affisso che dimostra il termine dell’ azione, come è qui il si o sè. E.