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C A N T O     VII.

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1Osanna sanctus Deus sabahot,1
     Superillustrans claritate tua
     Felices ignes horum malahot:2
4Così, volgendosi alla rota sua,3
     Viso mi fu cantar essa sustanza,4 5
     Sopra la qual doppio lume s’ addua.
7Et essa e l’altre mossero a sua danza,
     E, quasi velocissime faville,
     Mi si velar di subita distanza.
10Io dubitava, e dicea: Dille, dille,
     Fra me, dille, dicea a la mia donna
     Che mi disseta co le dolci stille.6
13Ma quella riverenzia che s’ indonna
     Di tutto me, pur per be e per ice7
     Mi richinava come l’om ch’assonna.
16Poco sofferse me cotal Beatrice,
     E cominciò raggiandomi d’ un riso
     Tal, che nel foco faria l’ om felice.

  1. v. 1. C. A. subaoth,
  2. v. 3. C. A. malahoth:
  3. v. 4. C. A. alla nota sua,
  4. v. 5. C. A. Fu viso a me cantare
  5. v. 5. Viso; veduto, visto, dal visus dei Latini. E.
  6. v. 12. C. A. Come disseti colle
  7. v. 14. C. A. per B e per ICE