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XXXI.



Poscia ell’ ha trattato dei falsificatori delle monete, come eziandio di quelli ch’hanno falsificato le sue persone proprie, nel precedente capitolo, in questo presente seguitando il suo poema intende di toccare alcuna cosa di quelli giganti, che al suo tempo aveano superbia tanta con audacia, ch’elli si miseno a voler contrastare alli Dèi, sicome fittivamente li poeti v’hanno confinte molte fabule. Per le quali cose è da sapere che li predetti giganti per allegorìa hanno a significare quelle persone, le quali per propria industria, possanza e seguito, voglion nel mondo adoperare oltra lo termine umano; alli quali altri non è contra, se non la giustizia divina, la quale hàe a correggere mmediate d’altre persone tale peccato. E però mettono li poeti che questi cosi fatti animali erano fuora di statura umana, quasi a dire che voleano passare li termini umami. Mettonli combattitori con li Dèi; il qual detto hae a significare che cotali abiti sono contra Dio non solo in disordinare sè medesimi, ma eziandio in mettere disordine nelle creature. Mettonli essere fulminati dalli Dèi, quasi a dire che poco dura tale superbia, ch’ella si trita o per temporale infortunio o per la comune fulminazione1, che hàe di suo ordine la natura circa li animali, com’è la morte. Hanno eziandio a significare per l’autore che li mette legati, come apparirà nella esposizion del testo, come le loro voglie sono basse, terrestre e prive d’ogni moto, tutto per contrario che le apposite disposizioni e voglie sono celesti e formali, e però che si lascionno sommergere a tanta arroganzia con superbia si oppognono alle celestiali virtudi, e per consequens sono subiugati da quella infallibile giustizia, che regge il cielo e la terra. Ed è da notare che questo circolo, dove sono puniti li giganti predetti, è l’ultimo delli fraudolenti, commettitori di fraude contra li inconfidenti, imperocché questi giganti in quanto sono contra Dio, non possono commettere contra i confidenti overo inscienti, imperquello che Dio sa tutto, e li è ogni cosa presente, si come quello che è sovra lo tempo: si che necesso è, se sono contra Dio, che Dio abbia scienzia di loro adovramento, e per consequens non si fida. In questo circolo si punirà, come apparirà, quella fraude, che è commessa contro li confidenti e che secondo umana scienzia non sanno del futuro, la quale è appellata comunemente traditoria.

  1. L’Editore dell’Ottimo Aless. Torri letto avea fulminazione ma la mutò in dominazione senz’accorgersi del fulminati di due linee innanzi.